L’ultima terribile notizia: alcune settimane fa in Spagna si è verificato un vero e proprio disastro ambientale. Sulle coste della Galizia milioni di granuli di plastica (pellet) hanno contaminato l'ecosistema marino e gran parte delle spiagge.
Questa catastrofe si è verificata quando la nave Toconao, della Maersk, ha perso 6 container al largo di Viana do Castelo, in acque portoghesi. Un evento disastroso, una fuoriuscita totale di 25.000 kg di pellet di plastica che hanno raggiunto e inquinato l’intera costa. Tantissime persone si sono attivate per cercare di ripulire le spiagge, come i nostri volontari di Greenpeace Spagna.
E il nostro mare come è messo? Le nostre spedizioni nel Mar Tirreno hanno dimostrato che l’inquinamento da plastica raggiunge livelli fino a 300 mila particelle per chilometro quadrato. La fauna ittica ne è contaminata tant’è che abbiamo riscontrato la presenza di microplastiche nel 25%-30% delle specie di pesci e invertebrati, molti dei quali arrivano sulle nostre tavole.
ALESSIO, la plastica è ovunque: nemmeno le nostre montagne sono al sicuro.
È quello che abbiamo scoperto sui ghiacciai italiani. Durante la nostra spedizione insieme al Comitato Glaciologico Italiano abbiamo scoperto che l’80% dei campioni prelevati sul Ghiacciaio dei Forni e il 60% di quelli raccolti sul Ghiacciaio del Miage era contaminato da microplastiche!
Se siamo circondati letteralmente dalle microplastiche, allora dobbiamo chiederci: quali rischi corriamo? Le microscopiche sono particelle invisibili che finiscono nei nostri organi: nel fegato, nei reni, nell'intestino, nella placenta e nel sangue con il rischio di problemi metabolici, infiammazioni e danni al sistema immunitario e neurologico.